Il giro delle province del gruppo regionale azzurro tocca Siena
SIENA. «Non ci può essere accanimento burocratico verso le poche risorse che creano occupazione e sviluppo economico in Toscana in generale e nella nostra provincia in particolare come l’agricoltura e il turismo. Se il Piano paesaggistico varato dalla Giunta regionale dovesse essere approvato il rischio che ciò accada diverrebbe concreto».
Così Claudio Marignani, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Agricultura e Sviluppo rurale, intervenendo all’iniziativa “Proposte contro la decrescita della Toscana” tenutasi stamani a Siena presso l’Hotel NH Excelsior, quarta tappa del tour che il gruppo regionale di Forza Italia sta effettuando in tutte le province toscane per incontrare le categorie economiche direttamente coinvolte dal Piano del Paesaggio regionale.
«Un risultato importante sarebbe rinviare il piano alla prossima legislatura. Siamo pronti anche all’ostruzionismo insieme a tutto il mondo dell’agricoltura e dell’imprenditoria toscana per evitare che il piano blocchi la crescita delle attività economiche a partire dall’agricoltura stessa», ha proseguito Marignani.
Ad aprire i lavori il capogruppo azzurro a Palazzo Panciatichi Giovanni Santini: «Il Piano ha ricevuto oltre 600 osservazioni provenienti da tutti gli interlocutori possibili. Una mole di richieste di modifiche – non formali, ma sostanziali – che sta a testimoniare l’irragionevolezza di quest’atto e lo rende inemendabile. Non ci sono spazi per le correzioni, ma solo per la revoca. La Toscana sta reagendo ed è necessaria una solidarietà trasversale per proseguire questa battaglia per dire stop al Piano e salvare la nostra regione dall’immobilismo», ha incalzato Santini.
A testimonianza della reazione citata dal capogruppo azzurro le parole di Gianluca Cavicchioli, direttore dell’Unione provinciale agricoltori di Siena.
«Ci siamo chiesti quale sia stata la necessità di fare un piano su un paesaggio che è già ipertutelato da norme regolamenti e leggi urbanistiche che chiedono una enormità di adempimenti burocratici. Noi agricoltori ci aspettavamo una semplificazione burocratica, ma soprattutto ci saremmo aspettati una premessa meno ideologica che lasciasse libertà di impresa alle forze economiche del territorio senese. Non c’è mai stato un confronto con gli imprenditori ma soltanto una fredda analisi accademica che si è tradotta in oltre 3500 pagine di piano. Non chiediamo di emendare il piano – ha concluso Cavicchioli – ma di evitare che produca effetti devastanti per le nostre realtà economiche».
Conclusione dei lavori affidata al coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Parisi: «Noi siamo convinti che questo non sia il piano della Marson, ma di Rossi. Un piano di impostazione ideologica dirigista, comunista e veteroambientalista che nei fatti rappresenta un “blocca-Toscana”, e trovo inutile che Renzi provi a fare lo sblocca Italia se poi in Toscana accade quel che sta accadendo. Non vorrei – ha attaccato il deputato azzurro – che qualcuno si fosse accontentato di qualche aggiustamento. Noi siamo contro gli accrocchi, e questo piano, per come è scritto, non è emendabile: va ritirato, sfilato a Rossi e alla Marson e restituito all’uomo che ha sapientemente saputo trasformare, tutelare e migliorare il paesaggio toscano.
Noi – ha concluso Parisi – insieme al Gruppo Regionale faremo opposizione con ogni mezzo e in questa battaglia non saremo da soli perché la società toscana è già sulle nostre posizioni grazie alle oltre 600 osservazioni presentate. Invece che tentare un accordicchio che sacrifica e umilia il futuro delle imprese agricole, il mondo dell’imprenditoria ha la possibilità di farsi sentire ora: la politica farà la sua parte: togliere il piano dalle mani della burocrazia veteroambientalista e restituirlo a chi, nel tempo, ha fatto della Toscana una delle terre più belle d’Italia».