Protagonista della conferenza Mattia Bischeri, laureatosi con una tesi dal titolo "Le prime ricerche a Bisenzio: gli scavi Paolozzi/Brenciaglia del 1884-1885"
CHIUSI. Dopo secoli di silenziosi saccheggi, nel dicembre 1884, era avviata la campagna di scavi che avrebbe portato alla ‘scoperta’ scientifica delle necropoli di Bisenzio, sito tra i più rilevanti dell’Etruria meridionale interna fra IX e VI sec. a.C., messo in luce a seguito delle bonifiche agricole promosse dalla famiglia Brenciaglia nell’arco del XIX secolo. La conduzione degli scavi nei terreni della famiglia – al termine dei quali, secondo le entusiastiche testimonianze dell’epoca, fu scoperta una quantità di reperti superiore alle 2000 unità – fu affidata a un famoso erudito e collezionista di antichità di Chiusi, il Cav. Giovanni Paolozzi. E’ l’epoca delle grandi scoperte villanoviane di Tarquinia, Vetulonia e Chiusi (Poggio Renzo) che contribuiscono alle prime ricostruzioni storiche dell’Etruria ma anche all’arricchimento di tante collezioni pubbliche e private italiane e straniere che beneficiano dell’effettiva carenza di leggi di tutela e della libertà di cui godevano i mercati antiquari. La conoscenza delle vicende di scavo, oltre a consentire la ricostruzione di uno spaccato della storia dell’archeologia italiana postunitaria, diventa strumento imprescindibile per la ricomposizione dei corredi e la rilettura dei contesti secondo le migliori prospettive metodologiche della ricerca contemporanea.
Mattia Bischeri che si è laureato presso l’Università di Roma “la Sapienza” con una tesi dal titolo “Le prime ricerche a Bisenzio: gli scavi Paolozzi/Brenciaglia del 1884-1885”, illustrerà gli scavi visentini con specifico riferimento ai materiali conservati presso il Museo Nazionale Etrusco, nell’ambito di un ciclo di conferenze organizzato in collaborazione con il Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”.
La conferenza si terrà venerdì 23 marzo alle ore 17,30, presso il museo nazionale etrusco di Chiusi.
L’ingresso al Museo per partecipare alla conferenza è gratuito.
