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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Appunti dal Consiglio Comunale

Ricco ordine del giorno per la sedura odierna

SIENA. Di seguito, come consuetudine, alcuni dei temi trattati durante l’ultimo consiglio comunale, tenutosi oggi (11 novembre)

Presentata un’interrogazione orale urgente sui servizi e attività culturali del Comune di Siena.Rita Petti (Pd): “Tutela dei lavoratori e ricerca di sinergie con associazioni culturali”
“Abbiamo chiesto al Sindaco” interviene Rita Petti, consigliere Pd “insieme al capogruppo Pd, Carolina Persi, come l’Amministrazione intende tutelare il personale delle cooperative erogatrici di servizi presso il Santa Maria della Scala in conseguenza dell’aggiudicazione dell’appalto per sorveglianza,  biglietteria, portineria, organizzazione eventi, servizi generali, bibliotecari e didattici.
Data la criticità e la fluidità del contesto, complesso, ricco di opportunità quanto di rischi, è stato inoltre chiesto in che modo l’Amministrazione intende dialogare con enti e istituzioni del territorio partecipando alla costruzione di un contesto che tuteli e sostenga le risorse e le potenzialità in ambito culturale secondo chiare linee di indirizzo.

La mancanza di risorse, oggettiva e documentata, richiede, come e più che in passato, coerenza e trasparenza nei criteri di valutazione e nelle modalità di selezione, in modo che tutti possano capire cosa è importante sviluppare e potenziare per intercettare obiettivi chiari e definiti. Molti possono essere i parametri attraverso i quali si valutano le progettualità e si selezionano, possono essere più o meno condivisi, ma devono essere esplicitati e chiari anche per fornire equa opportunità di partecipazione e opportunità di miglioramento e crescita.

“L’Amministrazione comunale” conclude Rita Petti “ha il compito della valorizzazione delle realtà culturali locali attraverso un’armonizzazione in una visione complessiva in cui agisco in modo coerente gli atti della Giunta, le determinazioni degli uffici, le politiche di valorizzazione della Regione e del Mibact e la progettualità risultante dal percorso di candidatura di Siena a capitale europea della cultura 2019”.

 

“Quali azioni – ha chiesto Michele Pinassi (gruppo Siena 5 Stelle) il Sindaco e la Giunta hanno realizzato durante questo anno per contrastare il fenomeno di diffusione delle slot machines negli esercizi commerciali della nostra città?”.

Considerato, infatti, che nell’ottobre 2013 il consiglio comunale aveva adottato all’unanimità una mozione che impegnava l’amministrazione ad aderire al Manifesto dei Sindaci per la legalità del gioco d’azzardo, a studiare idonee azioni di contrasto e applicare la normativa regionale per la prevenzione della ludopatia e contenimento del fenomeno, Pinassi ha ribadito il pericolo dell’espandersi di questa dipendenza che induce le persone a spendere giornalmente  ingenti quantità di denaro.

L’assessore al sociale e sanità Anna Ferretti, rispondendo a Pinassi, ha confermato che “la giunta, con atto del 27 febbraio scorso, ha aderito al Manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo, approvando tutte le indicazioni previste dalla legge regionale in materia, la n. 57 del 18/10/2013”. “In mancanza, però, di un regolamento attuativo delle disposizioni regionali – ha specificato l’assessore –  che di fatto ne sospende l’applicazione, l’amministrazione si sta fortemente impegnando verso la massima diffusione della normativa per il contenimento e il contrasto del fenomeno all’interno del territorio comunale, anche con la collaborazione del SUAP e della Polizia municipale”.  “L’azione di informazione e formazione del Comune – ha precisato Ferretti – di concerto con la Usl senese, si adopera per la promozione di una cultura del gioco responsabile, rafforzando sinergie già attivate anche con altri enti coinvolti, per contrastare la diffusione della ludopatia, una malattia che compromette lo stato di salute fisica e psichica dei giocatori e costituisce una vera e propria emergenza sociale”.

E’ dello scorso 24 marzo, infatti, il convegno organizzato dal Comune al quale hanno partecipato la Regione toscana, direttamente impegnata su questo fronte insieme alla ASL, l’Ordine dei medici,  le associazioni antiusura e  associazioni che effettuano azioni di recupero per i giocatori d’azzardo. Altro appuntamento sarà quello del prossimo 28 novembre promosso dalla dottoressa Coluccia  dell’Azienda universitaria ospedaliera e al quale parteciperà anche il Comune. Tutta una serie di sinergie, come ha spiegato l’assessore dalle quali potrebbero nascere, anche, iniziative nelle scuole (per le quali l’amministrazione si sta già attivando) e nelle Contrade.

“Nel nostro territorio comunale – ha proseguito l’assessore – è presente una sola sala giochi, le altre non dipendono da questa amministrazione, bensì da permessi rilasciati dalla Questura. Da tener presente che per definirsi sala giochi questa deve avere più di cinque apparecchi, e che fino a questo numero le slot machines possono essere messe in qualsiasi luogo pubblico autorizzato: alberghi, bar, circoli privati, ecc., basta una SCIA e l’esposizione della tabella “giochi leciti”. Quindi le possibilità d’intervento sono veramente ridotte”.

L’assessore Ferretti ha dichiarato che a livello regionale stanno lavorando sulla  normativa, visto che ancora non è attivo l’Osservatorio e non è uscito il regolamento attuativo senza il quale, ad esempio, non può essere applicata l’agevolazione per l’IRAP. L’assessore rivolto, poi,  a tutta la cittadinanza, e alle associazioni di volontariato, l’invito a impegnarsi attivamente anche su questa tematica.  “Una presa in carico indispensabile per creare una cultura ad hoc su questa tematica”.

Pinassi, nel dichiararsi attualmente soddisfatto, ha, a sua volta,  rivolto un invito all’Amministrazione <<affinché si attivi per la risoluzione del problema in modo che Siena diventi un Comune no slot machines , mi impegnerò affinché questo sia realizzato nei tempi più brevi possibili>>.

Sugli esiti derivanti dalla dichiarazione di illegittimità dell’art. 14 della legge 36/94 (legge Galli), da parte della Corte Costituzionale pronunciatasi  il 10 ottobre 2008, l’interrogazione presentata questo pomeriggio da Michele Pinassi (gruppo Siena 5 Stelle).

Il consigliere ricordando che in base a quanto sentenziato  dall’organo di garanzia la tariffa di depurazione non è più dovuta dagli utenti che ne sono sprovvisti e che l’Acquedotto del Fiora, di cui il Comune detiene il 5,24% delle quote sociali, ha evidenziato che “avrebbe dovuto, dal 16 ottobre 2008 (il giorno successivo la data di pubblicazione della sentenza), esentare tutte le utenze che non hanno la depurazione e provvedere al rimborso delle quote indebitamente versate”.

Considerato che la società si era impegnata a rimborsare la tariffa in un’unica soluzione entro lo scorso primo ottobre per un totale di 3.009.066 euro, ma che nel dicembre del 2012 l’AEEG ha approvato un nuovo metodo tariffario per gli anni 2012/13 “a quanto ammonta – ha chiesto Pinassi – l’importo complessivo da restituire? Sono state completate le operazioni di rimborso?”.

Nella sua risposta il sindaco Bruno Valentini ha informato che il Fiora dopo le fasi di censimento ha subito provveduto ad esentare tutti gli utenti interessati a partire dal  giorno dopo la sentenza e con delibera del 29 novembre 2010 ha stabilito tempi e modalità di rimborso. “La restituzione, per un ammontare di 1.390.000 euro – ha detto Valentini – è avvenuta in forma rateizzata e tramite compensazione a partire dal 1° gennaio 2011. Per la copertura di quanto rimborsato è stato effettuato un incremento delle tariffe agli altri utenti. Quindi, paradossalmente, paga di meno chi, fra virgolette, inquina di più”.

Le operazioni di restituzione sono proseguite anche nel 2012 per circa 940mila euro, per un totale di 2.300.000. “Un’operazione – ha proseguito il sindaco – avvenuta nonostante l’azienda riscontri una contrazione di ricavi dovuta alla crisi economica e che è continuata nel 2013 per 230mila euro, per un totale, in tre anni, di due milioni e 560mila euro e un residuo da restituire di due milioni e 227mila euro”.  “Il gestore – ha proseguito il primo cittadino – nel corso di questo anno ha trovato la disponibilità di risorse per completare il rimborso. A ottobre la restituzione è arrivata a 3.870.000. Rimane un residuo di circa 900mila euro che sarà conguagliato con le prossime fatturazioni, cioè nei prossimi tre mesi”. “Il nostro ATO – ha concluso Valentini – è stato uno dei pochi ad applicare il rimborso basato non sulla domanda diretta dell’utente, bensì in modo automatico con un rilevante carico dei costi dell’azienda pagato dai clienti “depurati”.

“Sono felice per i cittadini – ha replicato Michele Pinassi – perché riavranno il loro denaro, ma non mi ritengo soddisfatto per la risposta. Primo perché l’azienda non ha mantenuto gli impegni presi, secondo perché devono ancora finire di restituire i soldi, terzo perché  il Fiora non sembra essere  un’azienda in crisi economica, considerato l’utile di oltre 7 milioni di euro nel 2013”.

Richiamando quanto prescritto dalla legge regionale e quanto contenuto nel Piano strutturale Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce), questo pomeriggio hanno chiesto, con un’apposita interrogazione, se sia stato predisposto un efficace sistema di monitoraggio sugli effetti del Regolamento Urbanistico. Nello specifico, visto che nello stesso Regolamento è prevista la predisposizione di questa analisi conoscitiva “in grado – come ha evidenziato Neri – di fornire elementi di giudizio a cittadini e imprese che abbiano voglia di sperimentare e investire nel comune di Siena e, contemporaneamente, fornire un bilancio oggettivo sulla situazione degli strumenti urbanistici vigenti”, la necessità, da parte del  consigliere, di sapere  se “il monitoraggio realizzato, o previsto, può essere visionato da tutti, e se lo stesso può essere mantenuto aggiornato ed eventualmente con quali costi”.

L’assessore all’urbanistica Stefano Maggi, nel rispondere all’interrogazione, ha precisato che “gli uffici, in linea con le disposizioni regionali e con gli adempimenti del Piano strutturale e del Regolamento urbanistico, hanno predisposto quest’anno una procedura informatizzata, tramite il Sistema informativo territoriale (SIT), per il rilevamento dei dati utili all’analisi del monitoraggio mediante, anche, l’estrapolazione dei dati di tutte le pratiche edilizie del territorio comunale>>. <<Questo sistema – ha proseguito l’assessore – con l’inserimento dei dati delle pratiche edilizie degli ultimi decenni renderà possibile un’analisi precisa e puntuale per la definizione del monitoraggio del Regolamento urbanistico per fasi intermedie, rendendo disponibile un quadro aggiornato, della sua attuazione senza costi aggiuntivi per l’amministrazione, perché curato dagli uffici che si occupano di pratiche edilizie”.

Il sistema informatizzato per il monitoraggio è utilizzabile, al momento, solo dagli addetti degli uffici, ma “stiamo studiando la possibilità di rendere visibile sul sito istituzionale parte dei dati e un resoconto dei report del monitoraggio stesso, confermando comunque l’intenzione di sottoporre, a breve, all’attenzione del consiglio comunale e della cittadinanza, tramite un’adeguata attività di comunicazione, un rapporto di monitoraggio intermedio”.

Allo stato attuale, il Regolamento urbanistico risulta attuato per l’11% del  totale, le nuove edificazioni incidono per il 6,10%, mentre il recupero del patrimonio esistente corrisponde a circa il  52%.

A seguito della risposta ottenuta Eugenio Neri ha auspicato che “sul recupero venga fatto di più a favore delle famiglie e dei giovani, così da contrastare l’evidente tendenza a una diaspora”.

 

A porre all’attenzione del Consiglio comunale il controllo del rumore e degli schiamazzi notturni nel centro storico è stata l’interrogazione, sollecitata dalle crescenti proteste dei cittadini, presentata questo pomeriggio da Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce).

“Rumori e schiamazzi in aumento in alcune vie del centro – ha illustrato Neri – forse favoriti dall’attività di alcuni esercizi commerciali, recano danno non solo a chi abita in queste zone, ma anche ad altre attività: alberghi e strutture recettive di accoglienza, con la conseguente perdita di clienti perché non riescono a trovare condizioni di tranquillità per poter riposare neppure a notte fonda”.

Per questi motivi, la richiesta del consigliere di conoscere: il tipo di controlli effettuati dall’amministrazione, ma anche se sono state rilevate infrazioni e, nel caso, come sono state sanzionate; infine, cosa verrà fatto per risolvere il problema.

Mauro Balani, assessore alla Sicurezza e Polizia municipale, nel dare lettura della nota inviatagli dal Comandante dei  Vigili Urbani, ha informato che <<non avendo ricevuto indicazioni precise sulle zone dove maggiormente si è lamentato il disturbo sonoro, il Corpo di Polizia municipale ha, comunque, evidenziato che nei mesi da marzo a ottobre sono stati effettuati numerosi controlli nel centro storico, talvolta con il preciso intento di verificare il rispetto di determinate prescrizioni o orari da parte di alcuni esercizi. Nel particolare, almeno 14 esercizi di somministrazione di alimenti e bevande presenti nel centro storico e fuori dalla ztl sono stati messi sotto osservazione e, per alcuni di essi, è stata emessa ordinanza per il contenimento delle emissioni rumorose. Ordinanza in alcuni casi osservata (rimozione dell’impianto stereo), e, in altri, disattesa con conseguente trasmissione degli atti all’autorità giudiziaria>>.

<<Alcuni esercizi – ha proseguito Balani – sono stati sottoposti a ripetuti controlli a seguito di esposto dei cittadini o richiesta della Questura, oppure a seguito di segnalazioni pervenute direttamente alla nostra Centrale operativa che, dallo scorso gennaio, ha registrato 21 richieste di intervento per rumore molesto. Particolare attenzione, inoltre, per contrastare il fenomeno della somministrazione di alcolici a minori, con servizi mirati e ripetuti negli esercizi che ci sono stati indicati>>.

Dalle decine di sopralluoghi e ispezioni sono state effettuate una sanzione amministrativa e tre notizie di reato per somministrazione di alcolici a minori; due sanzioni per intrattenimento musicale senza titolo autorizzativo e una notizia di reato per interruzione di pubblico esercizio e resistenza a pubblico ufficiale; una notizia di reato per l’inosservanza di provvedimenti dati loro dall’autorità e tre per disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone.

Balani, infine, ha ricordato che il turno serale/notturno della Polizia municipale, che in tali fasce orarie garantisce il servizio, termina alle 1 (o alle 2 nei mesi estivi) e, che, nelle ore successive, il controllo viene gestito dalle forze di Polizia.

Neri ha quindi auspicato un vertice tra forze di Polizia urbana e dell’ordine, <<perché gli esercizi sono solo una parte del problema, l’altra riguarda i comportamenti individuali non controllati – non solo esclusi eccessi legati alle attività delle Contrade – e che il problema venga affrontato a 360 gradi, non solo toccando gli esercenti delle attività>>.

<<Questa movida senese, più simile agli ultimi giorni di Pompei ­– ha concluso il consigliere – deve diventare più tollerabile per tutti>>.

 

 Il problema, assolutamente da non sottovalutare, causato dal proliferare dei colombi torraioli è una realtà che molte città d’arte si trovano frequentemente a dover affrontare. Gli innumerevoli danni, come ha ricordato durante la sua interrogazione Gianni Porcellotti (PD), sia a carico di monumenti e palazzi  e sia della salute dei cittadini, devono essere arginati da parte dell’amministrazione comunale.

Per questo il consigliere, nel prospettare metodi di controllo efficaci e, al tempo stesso  non cruenti per i piccioni come quelli farmacologici, ha chiesto  di predisporre soluzioni integrate che prevedano: <<un monitoraggio igienico-sanitario sulla popolazione dei volatili così da verificare la presenza di agenti patogeni come la salmonella, la toxoplasmosi, o altre malattie; il contenimento delle nascite con farmaci antifecondativi di effetto limitato nel tempo e non nocivi per i piccioni, e il divieto di somministrare loro cibo in  aree pubbliche e  private di tutto il centro storico e zone limitrofe. Oltre a vietare e sanzionare l’abbandono di scarti ortofrutticoli e altri generi commestibili in prossimità di mercati, esercizi pubblici e commerciali>>. <<Ma anche – ha proseguito Porcellotti – obblighi a carico dei proprietari di immobili dove trovano alloggio i piccioni affinché effettuino la chiusura dei buchi sui muri e installino dissuasori di appoggio su cornicioni, balconi, e sottotetti>>. Chiesta, infine, una più attenta e precisa pulizia delle piazze e dei vicoli dove è presente guano secco e stratificato.

L’assessore all’ambiente Paolo Mazzini, ha ricordato che il monitoraggio sanitario veniva effettuato, su richiesta del sindaco, dall’Azienda USL 7 in base ad una convenzione, per il contenimento dei volatili, che si rinnovava di anno in anno. L’accordo interrotto  nel 2013 su decisione della stessa Azienda, è stato  ripreso nel corrente anno anche se in maniera più restrittiva, visto che non comprende catture per il monitoraggio. <<L’assessorato all’ambiente – ha informato Mazzini  – sta attualmente, e su indicazioni della USL,  formando degli operatori per effettuare le catture degli esemplari,  mentre, per quanto riguarda il loro stato di salute, dagli ultimi dati del 2012, non risultano portatori di salmonella>>.

<<L’appastamento dei colombi che avviene in 15 siti – ha proseguito Mazzini – è effettuato da circa dieci anni dal Comune  con mangime antifecondativo che impedisce la riproduzione limitatamente al periodo di somministrazione: da metà marzo a metà novembre>>.

 Dai dati USL nel novembre 2008 risultavano circa 3980 piccioni, erano 3552 nel marzo 2009, 2500 nel novembre dello stesso anno, nel 2011 risultavano 1578 nel marzo e  1120  a dicembre, mentre nell’aprile dell’anno successivo 1320.

<<Nel Regolamento edilizio – ha fatto notare l’assessore – esiste già l’obbligo di chiudere le buche pontaie, così come nel Regolamento sulla tutela degli animale si impone la messa in opera di accorgimenti che evitino l’appostamento e la nidificazione sugli edifici e l’appastamento. L’impegno dell’amministrazione comunale si è, inoltre, concretizzato con l’emissione, nel 2010, del bando per l’erogazione di contributi, pari al 25% delle spese sostenute per l’allontanamento dei colombi dagli edifici all’interno della cinta muraria, per il quale, però, giunsero solo 8 richieste. Per quanto riguarda, invece, il controllo dei siti di nidificazione sugli immobili comunali l’amministrazione si adopera, costantemente, con l’installazione di dissuasori. Prossimo l’intervento risolutivo al Tartarugone, dove sarà collocata una rete ornitologica, mentre si provvederà a nuovi sopralluoghi per verificare la necessità di ulteriori interventi di pulizia e sanificazione>>.

Porcellotti, nell’augurare che continui il rispetto di quanto normato dai regolamenti in vigore e da chi li devi applicare, ha auspicato <<un monitoraggio costante e un’attenta attenzione da parte dell’amministrazione per evitare episodi di disagio, nel pieno rispetto, però, degli animali>>. 

 

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