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Focus sulla geotermia toscana

A Firenze ha colpito la relazione di Zita, ma non sono mancati interventi di spessore

di Fabrizio Pinzuti

FIRENZE. Nel Focus sulla geotermia in Toscana svoltosi il 9 aprile scorso a Firenze nell’Auditorium del Consiglio Regionale, le dichiarazioni dell’architetto Fabio Zita, già responsabile del settore VIA, riguardo a presunti – ma da lui definiti riscontrabili negli atti – cambiamenti di parere dell’ARS sulle concessioni della centrale geotermica di Bagnore 4, hanno incontrato il maggior riscontro mediatico. Non sono mancati tuttavia altri interventi di spessore, come la relazione di Pino Merisio, di Agorà Cittadinanza Attiva, aderente alla rete NOGESI, su “Centrali geotermoelettriche tra gli ulivi e le vigne della Toscana? No grazie”. Basandosi sui dati del MISE-DOS-UNMIG il relatore ha passato in rassegna le recenti scelte energetiche della Toscana individuando le seguenti concessioni di coltivazione di risorse geotermiche, con le relative estensioni in kmq: 1) BAGNORE (GR) 45,87; 2) CANNETO (PI) 52,74; 3) CHIUSDINO (SI e GR) 45,20; 4) LARDERELLO (PI e SI) 82,74; 5) LUSTIGNANO (PI, GR e Si) 77,85; 6) PIANCASTAGNAIO (SI) 47,91; 7) RIO SECCO (GR e PI) 55,25; 8) TRAVALE (Si, GR e PI) 85,39. C’è anche un’istanza di concessione per Milia (GR) 25,11. Le concessioni di coltivazione e l’istanza di concessione rappresentano il 2,3% del territorio toscano [518 kmq].

In Toscana sono stati rilasciati inoltre più di 60 permessi di ricerca geotermica per una superficie di circa 3.000 kmq tra le province di Grosseto, Siena e Pisa. La superficie dei permessi di ricerca è suddivisa tra l’area geotermica Nord (Larderello, Val di Cecina, Travale) e quella Sud (Amiata, Val d’Orcia e Maremma). Alcuni permessi sono decaduti e sono attualmente 23 (8 nell’area nord e 15 nell’area sud) quelli vigenti, qui di seguito riportati con i comuni interessati, i titolari e l’estensione in kmq.: BOCCHEGGIANO (Chiusdino-Monticiano-Gavorrano-Massa Marittima-Montieri-Roccastrada), Enel Green Power 233,80; GUARDISTALLO (Riparbella-Montescudaio-Montecatini Val di Cecina-Guardistallo-Casale Marittimo-Cecina-Bibbona) Geothermics Italy s.r.l. 87,50; MAZZOLLA (Volterra-Pomarance) Gesto Italia s.r.l. 52,50; MENSANO (Casole D’’Elsa-Colle Val D’Elsa-Radicondoli-Volterra-Castelnuovo Val di Cecina-San Gimignano) Magma Energy s.r.l. 215,26; MONTE SANTA CROCE (Monterotondo Marittimo-Massa Marittima-Montieri-Radicondoli) Sorgenia Geothermal s.r.l. 15; MONTEBAMBOLI (Montecatini Val di Cecina-Monteverdi Marittimo-Pomarance-Bibbona-Castagneto Carducci-Sassetta-Suvereto-Massa Marittima- Monterotondo Marittimo.), Enel Green Power S.p.a. 225,96; MONTEGEMOLI (Bibbona- Castelnuovo Val di Cecina- Guardistallo-Montecatini Val di Cecina-Pomarance-Volterra) Enel Green Power S.p.a. 212,78; ROCCASTRADA (Massa Marittima-Gavorrano-Roccastrada-Civitella Paganico-Grosseto) Magma Energy 271,9; BAGNOLO (Santa Fiora-Piancastagnaio- Abbadia San Salvatore), Tosco Geo s.r.l. 20,0; CAMPIGLIA D’ORCIA (Castiglione D’Orcia-Radicofani-Abbadia San Salvatore) Tosco Geo s.r.l. 55,4; CASTIGLIONE D’ORCIA (Castiglione D’Orcia-San Quirico D’Orcia-Seggiano), Tosco Geo s.r.l. 60,5; CINIGIANO (Cinigiano-Campagnatico-Arcidosso-Scansano) Gesto Italia s.r.l. 85,76; LA GRASCETA (Semproniano-Castell’Azzara-Santa Fiora) Energy Packet s.r.l. e Sorgenia Geothermal s.r.l. 7,56; LE CASCINELLE (Abbadia San Salvatore-Castiglione D’Orcia-Radicofani) Sorgenia Geothermal s.r.l. 100,89; MONTALCINO (Montalcino-Casteldelpiano-Cinigiano-Arcidosso) Gesto Italia s.r.l. 65,47; MONTE LABBRO (Arcidosso-Casteldelpiano-Cinigiano),Renewem s.r.l. (ex Geoenregy s.r.l.) 57,19; MONTORIO (Castell’Azzara-Sorano-San Casciano Bagni-Acquapendente-Onano-Proceno) Sorgenia Geothermal s.r.l. 161,82; MURCI (Arcidosso-Santa Fiora-Roccalbegna-Semproniano-Cinigiano-Manciano-Magliano-Scansano-Sorano) Enel Green Power s.p.a. 262,70; PERETA (Scansano-Magliano-Orbetello) Futuro Energia s.r.l. 88,6; POGGIO MONTONE (Santa Fiora- Castell’Azzara-Piancastagnaio) Sorgenia Geothermal s.r.l.58,05; POMONTE (Scansano-Magliano-Manciano) Terra Energy s.r.l. 88,5; RIPA D’ORCIA (Castiglione D’Orcia-San Quirico D’Orcia-Seggiano-Casteldelpiano) Tosco Geo s.r.l. 70,5; SCANSANO (Scansano-Magliano-Campagnatico) Terra Energy s.r.l. 86,2. Superficie interessata in kmq: 1314 per l’area nord e 1269 per l’area sud. Le aree interessate rappresentano l’11,2% del territorio toscano. Nella provincia di Grosseto i permessi rappresentano quasi 1/3 del territorio.

Ci sono poi in Toscana 5 progetti di Impianti cosiddetti “pilota” da 5 MW: 1) MONTENERO* (Casteldelpiano, Cinigiano, Arcidosso) Gesto Italia s.r.l. 30,19; 2) CASA DEL CORTO* (Piancastagnaio, San Casciano Dei Bagni, Abbadia San Salvatore) Svolta Geotermica s.r.l. 5,04; 3) CASTELNUOVO* (Castelnuovo Val di Cecina, Radicondoli) Tosco Geo s.r.l. 7,49; 4)  CORTOLLA* (Montecatini Val Di Cecina) R.T.I. Renewem s.r.l. – CO.SVI.G 22,54; 5A) LUCIGNANO* (Radicondoli) Lucignano Pilot Project s.r.l. Italia 15,00; 5B) SERRACONA° (Radicondoli) Graziella Green Power Italia 15,00.

° Istruttoria pre-CIRM dalla ricezione dell’istanza all’emanazione del parere CIRM (MSE)

* In corso valutazione ambientale dalla richiesta di presentazione della VIA
all’emanazione del decreto VIA (Operatore/MATTM/Regione)

Carta Titoli per Risorse Geotermiche Regioni Toscana – Umbria (aprile 2015)

cartina

Aree della Toscana interessate dai permessi di ricerca e impianti pilota.

Sono aree caratterizzate da una vocazione agricola e turistica consolidata oltre che da un’altissima rilevanza paesaggistica, come la Val D’Orcia, sito UNESCO. I prodotti di queste aree sono famosi in tutto il mondo (Chianti, Brunello di Montalcino, Montecucco, Morellino di Scansano, Olio di oliva dop e igp, Pecorino toscano dop, Castagna Amiatina IGP solo per citare i più conosciuti). La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) dei progetti pilota è competenza del Ministero dell’Ambiente, in base alla legge 9 Agosto 2013, n. 98, ultimo della serie di provvedimenti del piano geotermico del governo Berlusconi-Scajola: Decreto Legislativo 11 febbraio 2010, n. 22, che “liberalizza” l’attività geotermoelettrica; Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28 che prevede in particolare la costruzione sul territorio nazionale di 10 impianti pilota da 5MW con “basso” impatto ambientale; Decreto Legislativo 11 febbraio 2010, n. 22 e successive modifiche in base al quale l’autorità competente per le concessioni minerarie per queste centrali pilota è il Ministero dello Sviluppo Economico; Decreto ministeriale 6 luglio 2012 che stabilisce gli incentivi per gli impianti ad energia rinnovabile tra cui quella geotermica; legge 7 agosto 2012 n. 134 in base alla quale l’energia geotermica è considerata d’interesse strategico nazionale.

L’art. 27 del DM 6 luglio 2012 dà una chiara indicazione del perché di tutti questi permessi di ricerca stabilendo una tariffa incentivante di 200 €/MWh specifica per centrali a media entalpia (fluidi fino a un massimo di 151°) che utilizzano tecnologie avanzate non ancora pienamente commerciali. Per le centrali pilota questa tariffa è onnicomprensiva e garantita per 25 anni. Qualche conto e qualche esempio. L’autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico ha determinato per il 2015 un valore medio di cessione dell’energia elettrica di 51,69 €/MWh. Per un “progetto pilota” come Montenero (5MW) la tariffa omnicomprensiva è 200 €/MWh. Con una produzione annuale di 40 GWh il ricavo annuale è 8 milioni €, che moltiplicato per i tempi di concessione di 25 anni danno un ricavo di 200 milioni €, mentre il costo produzione è di 35 milioni €. Passano in secondo piano i problemi per il territorio: impatto ambientale / paesaggistico, problemi per le falde acquifere, rischio di sismicità indotta, fenomeni di subsidenza, svalutazione proprietà immobiliari e terreni, fuga del turismo, crollo del valore aggiunto delle produzioni agricole legate a un territorio integro, perdita di posti di lavoro legati all’economia locale.

C’è poi un effettivo bisogno della produzione di tutta questa energia? L’obiettivo CEE 20/20/20 prevede di raggiungere entro il 2020 la riduzione dei gas serra del 20%, la riduzione dei consumi energetici del 20% , anche aumentando l’efficienza energetica, il soddisfacimento del 20% del fabbisogno energetico europeo con le energie rinnovabili. Il PAN (Piano di Azione Nazionale) assegna ad ogni regione degli obiettivi da raggiungere attraverso il “burden sharing”, ossia la ripartizione degli obiettivi energetici nazionali in sotto-obiettivi energetici regionali, cioè la suddivisione tra le 22 Regioni italiane dell’ obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle rinnovabili e del risparmio energetico. Per la regione Toscana il Burden Sharing prevede l’incremento di produzione di energia elettrica da FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) da 2011:652 Ktep del 2011 a 2020: 767 ktep del 2020 (Incremento +115 ktep). Le modalità per raggiungere l’obiettivo non sono vincolanti.

tabSecondo l’obiettivo CEE 20/20/20 per la Toscana, riportato nella soprastante tabella, l’incremento del solo fotovoltaico, (che non comporta più incentivi statali), permetterà di raggiungere e superare l’obiettivo del 2020 facendo risparmiare alle bollette dei cittadini circa 180 milioni di Euro all’anno di incentivi statali per le nuove centrali geotermiche. Questo significa che NON SERVONO NUOVE CENTRALI GEOTERMICHE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DEL BURDEN SHARING!!

Invece nel PAER (Piano Ambientale ed Energetico Regionale), varato dalla regione Toscana l’11 febbraio 2015, l’obiettivo del Burden Sharing è prevalentemente orientato all’incremento di energia elettrica dalla geotermia (rispetto al 2011 si prevede un incremento di 68,7 ktep pari a nuovi impianti per 113,7 MW), sottostimando il contributo del fotovoltaico. Il 15.12.2015 la Giunta Regionale Toscana ha approvato delle norme per l’inserimento degli impianti nel territorio praticamente insussistenti (lasciando larga discrezionalità alla Giunta nelle autorizzazioni), senza  attendere gli esiti della “riforma del settore geotermico” richiesto dalla Risoluzione parlamentare del 15.04.2015 verso il Governo, che è attualmente in corso. Nelle stime della regione al 2020, la quota assegnata alla geotermia è stata ulteriormente aumentata in seguito all’accordo con la Rete Geotermica (145,1 ktep di incremento pari a nuovi impianti per 225 MW di cui 150MW da assegnare ai permessi di ricerca e 15MW alle centrali pilota).

In quest’altra tabella sono riportati i consumi finali di energia da FER (fonte GSE) secondo l’obiettivo CEE 20/20/20 per l’Italia (grado di raggiungimento degli obiettivi nazionali fissati dalla Direttiva 2009/28/CE e dal PAN)

tabella

Rispetto a un consumo interno lordo di 321,834 Twh la produzione di FER (Fonti di Energia Rinnovabile) elettriche ha raggiunto nel 2014 il 37,5% con una produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di 120,679 Twh. L’obiettivo del PAN al 2020 è 26,4%. Se poi si rapportassero i 120 TWh alla produzione elettrica nazionale (265 Twh) invece che ai consumi, il rapporto produzione da FER sul totale salirebbe al 43,1%.

Gli obiettivi sono stati raggiunti e superati con 6 anni di anticipo. Hanno ancora senso gli enormi incentivi per le fonti rinnovabili elettriche? 

Gli oneri che gravano sulle bollette di famiglie e imprese sono state, per il 2014, di 12,5 miliardi (6,7 per il fotovoltaico e 5,76 per le restanti tecnologie). Costi elevatissimi a fronte di un contributo che le fonti elettriche rinnovabili danno rispetto al consumo finale lordo di energia: un esiguo 7,5%.

Gli enormi costi degli incentivi per le rinnovabili elettriche, finanziati dalle bollette degli italiani, hanno avuto l’effetto di aumentare il costo dell’energia elettrica delle famiglie e delle imprese proprio nel momento di una grande crisi economica. Il 23,5% circa dei costi delle bollette delle famiglie è dovuto agli incentivi alle rinnovabili elettriche.

Queste le proposte avanzate dal relatore per il futuro:

revisione delle politiche di sostegno al raggiungimento degli obiettivi energetico-ambientali a cominciare da una cessazione immediata del riconoscimento di nuovi incentivi per i grandi impianti di produzione di elettricità a fini commerciali;

sviluppo del risparmio energetico attraverso

a) l’innovazione dei processi produttivi con tecnologie efficienti

b) politiche di riqualificazione energetica degli edifici (settori residenziale e terziario) che rappresentano il 36,6% dei consumi energetici finali

sviluppoe del solare termico, della geotermia a bassa entalpia e le altre FER termiche per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici sia residenziali che produttivi con incentivi adeguati;

sviluppo dei piccoli impianti, (fotovoltaico e altre Fer), per autoconsumo di famiglie e imprese, compatibili con il territorio e con il paesaggio;

partecipazione delle popolazioni locali alle scelte energetiche del territorio.

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